Gli artisti e gli intellettuali del Novecento non avevano risolto la questione dell’originale in fotografia perché mancava il presupposto di unicità dell’opera.

Così, secondo alcuni detrattori, la fotografia non poteva essere considerata materia d’arte come la pittura.

La fotografia invece è vera forma d’arte non per le caratteristiche tecniche di come viene rappresentata ma per la capacità espressiva della sua produzione.

Oggi infatti le stampe fotografiche vengono riconosciute opere d’arte senza che sia messa in dubbio la loro autenticità. Ma qualcuno ancora si chiede: queste stampe sono originali o sono copie?

fotografia movimentista

Il valore artistico di una fotografia riguarda l’intensità del suo significato. Ma anche il supporto che la rappresenta ha valore.

La fotografia digitale ci ha insegnato che non ha molto senso chiedersi se la stampa di un’opera fotografica è un originale o una copia.

Infatti, piuttosto che associare il concetto di originale a quello di unicità dell’opera, bisogna chiedersi qual è la matrice da cui è stata riprodotta la fotografia e come è stata realizzata.

Scopriamo allora perché è importante esaminare la qualità dell’opera fotografica per l’attribuzione del suo valore storico-artistico.

Dal latino matrix, la “matrice” è un elemento sorgente dal quale possono avere origine una serie di eventi.

Anche nelle arti grafiche la matrice è la forma che consente di ottenere, tramite un apposito processo di riproduzione, numerose impressioni uguali. Tipicamente lo sono le stampe litografiche numerate.

Allo stesso modo la pellicola negativa di una fotografia analogica è una matrice. Infatti da questa otteniamo, tramite un processo fisico-chimico di inversione, diverse copie positive della stessa immagine fotografica.

E così via. Ogni copia fotografica è a sua volta anche una matrice di se stessa in quanto da questa si possono riprodurre altre copie fotografiche.

fotodinamismo creativo

L’originale in fotografia analogica

Nella fotografia analogica la questione dell’originale risulta evidente.

La pellicola negativa, impressionata nello scatto e successivamente sviluppata, è solo una matrice. Non si può chiamare originale perché il processo fotografico non è concluso. Si conclude solo con la stampa della sua copia positiva su carta fotografica.

Tuttavia chi conosce la fotografia analogica sa bene che stampare dal negativo è di per sé un fatto creativo. Modificando alcuni parametri nel processo di riproduzione si possono anche ottenere risultati diversi.

L’unicità dell’opera fotografica si verifica soltanto se il fotografo dichiara che ne esiste una sola copia e che ha distrutto il negativo.

A quanto sopra fanno eccezione i dagherrotipi dell’800 oppure le diapositive a colori e le Polaroid del ‘900. Questi sono a tutti gli effetti pezzi unici e originali di fotografia analogica.

originale in fotografia analogica

L’originale digitale

Invece di impressionare una pellicola la fotocamera digitale genera un file elettronico contenente un codice binario che identifica la fotografia in modo univoco.

Per essere convertito in immagine però questo file deve subire un processo elettronico che lo rappresenti su un video o sul Web. Inoltre il file può essere inviato ad una stampante digitale che lo riproduca su carta.

Il codice binario registrato su file elettronico è la matrice della fotografia digitale, come lo è la sua immagine visualizzata su vari supporti. Anche il QR CODE è una matrice che, tramite Internet, consente di riprodurre l’immagine.

Così le copie fotografiche siglate e numerate dai fotografi, sia che provengano da matrici analogiche o digitali, si considerano autentiche e originali anche se sono copie.

Attenzione a considerare unici, autentici e originali i file elettronici inseriti in Blockchain. Bisogna fidarsi di chi lo dichiara.

originale in fotografia digitale

Codice binario in fotografia

Raccolte di fotografia digitale

Raccolte di fotografia analogica