Nel ’65, quando iniziai la mia attività fotografica, desideravo emulare il grande Henri Cartier-Bresson. Presto però l’istantanea non fu più sufficiente a saziare il mio desiderio di rappresentare la vita in immagini e, piano piano, l’ispirazione si trasformò in sfida: portare in fotografia l’esperienza artistica delle avanguardie del ‘900.
La tecnica fotografica che più si prestava ad interpretare le avanguardie storiche era quella del mosso. Per raggiungere lo scopo bisognava però conoscere bene e saper dominare le forze che concorrono a trasformare una foto mossa sbagliata in una foto mossa creativa.
Allora, prova e riprova, dopo anni di tentativi e una quantità di rullini sprecati arriva la mia prima fotografia mossa proprio come l’avevo pensata. La trovo nel 1969 davanti al portale di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il primo passo è fatto: sono padrone della programmazione del mosso!
Più tardi, di fronte a queste foto, Ando Gilardi scriverà: “.. Giacomo Bucci, lungo questa ricerca, ha scoperto alcune leggi della programmazione del mosso ..”.
Giacomo Bucci
Milano
1970
Commenti
Complimenti vivaci per le immagini suggestive del portfolio, ho trovato interessantissimi in particolare i lavori “alla ricerca del mosso” e “frammenti di vita”, nei quali a mio avviso trovo autentiche immagini iconiche del movimento.