Ricordo quando nel lontano 1970 andavo in giro per Milano con la mia Nikon F e un pacco di rullini per diapositive cercando di realizzare con le foto mosse la mia visione della fotografia artistica contemporanea.
Sono passati cinquant’anni esatti e desidero salutare ancora una volta la città.
Nel ripercorrere con la fotocamera digitale gli itinerari di allora respiro ancora oggi la stessa fervida passione che cinquant’anni fa mi attanagliava il cuore.
Allora, passo dopo passo, mi sovviene il ricordo di un mondo antico e al tempo stesso rinnovato dal trascorrere degli anni.
I nuovi grattacieli sembrano vivere Milano da sempre e i siti storici muovono sentimenti e profumi svelati nella loro essenza dalla pandemia del Covid 19.
Così la tradizionale frenesia dei milanesi viene rallentata e sospesa da una natura che invita ad un rapporto più rispettoso con il pianeta.
I tram circolano quasi vuoti e alcune strade sono deserte ma il cuore di Milano non rinuncia al suo spirito di resilienza e all’ombra della Madonnina già si prepara il riscatto per una ripresa che riporterà l’Italia nel futuro.
Giacomo Bucci
Milano
2020
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La Milano deserta, silenziosa e immobile del lockdown aveva un fascino innegabile, ma non era la vera Milano e sembra che Giacomo, “milanese dentro”, in questa serie di immagini abbia voluto riaffermare l’anima autentica della sua città.
Ecco allora case che sfuggono all’immobilità e si mettono a danzare, trombe che rifiutano il silenzio e vibrano dolcemente, il bosco verticale che sembra ondeggiare nel vento, i tram che si lanciano in corse spericolate e, capolavoro, la Cattedrale, bianca e leggera, che sale verso l’alto come una preghiera.
Anche negli strani giorni del lockdown Milano svela la sua vera anima grazie a questi scatti pieni di speranza e di gioiosa vitalità.
Bellissime le trombe vibranti di piazza Gae Aulenti, come anche i raggi di luce e di persone all’interno della Galleria Vittorio Emanuele ..
Le icone di questa città lasciano la loro pesante staticità per dilatarsi, scomporsi e allungarsi in movimenti che rinnovano e arricchiscono lo sguardo su tutto ciò che c’è dentro e fuori di noi.
In queste tue ultime sequenze c’è una nota di “intimismo” che non avevo percepito nelle tue opere precedenti. Forse stai cercando nuovi percorsi.
La quarta immagine di questa raccolta mi sembra una bella sintesi di questi 50 anni: i colori pastello mi ricordano le tue prime foto, o meglio le più “antiche”, e le silhouette in primo piano sono già immerse nella astrazione delle tue ultime elaborazioni.
Il mix di immagini e di parole risvegliano il ricordo dei mille giorni trascorsi nella Città simbolo del miracolo Italiano e da tanto tempo lontana. Tornarci e rivedere molti dei luoghi raffigurati sarà una gioia, per altro anticipata da questo contributo dell’autore